NOTE ALLO SPACCATO DI PALAZZO MADAMA DI TORINO
1
Il grande salone degli Svizzeri, sala da ballo per i ricevimenti delle
Madame Reali, fu trasformato nel 1848 nella sede del Senato Subalpino
con l'aggiunta di una cavea di seggi che copriva l'ordine inferiore.
Ospitò poi il Senato del Regno d'Italia dal 1861 al 1864, quando la
Capitale venne portata a Firenze. Notevoli, sul cornicione, le dodici
coppie di simpatiche figure femminili, allegoria delle Provincie
Sabaude. Curiosamente il Senato Italiano, trasferito a Roma, si insediò in
un altro Palazzo Madama. Nessuna relazione con l'edifìcio torinese: la
Madama in questione era Margherita d'Austria, figlia illegittima
dell'imperatore Cario V e sposa di Alessandro de Medici, Signore di
Firenze e proprietario del Palazzo romano.
2
La facciata e lo scalone furono applicati al vecchio Palazzo da Filippo
Juvarra nel 1718. L'ordine gigante e la decorazione sobria, conferiscono
al barocco dell'architetto siciliano un ritmo già neoclassico e un respiro
di imponente maestà. L'opera piacque tanto, che Filippo V di Spagna
volle Juvarra a Madrid. Nel progetto del nuovo gigantesco Palazzo Reale
spagnolo l'architetto siciliano riprese il faraonico progetto che aveva
pensato per piazza Castello e gli stessi moduli sperimentati a Palazzo
Madama.
3
Dietro lo scalone dello Juvarra affiorano dai tetti, intatte ma
riconoscibili, le due torri romane che fiancheggiavano l'antica Porta
Decumana, al centro del lato Est del Castrum di Augusta Taurinorum. La
torre Sud contiene una scala a chiocciola, quella Nord una serie di
studioli circolari.
4
L'atrio ospita la Bissona di gala, vascello conservato un tempo al
Valentino, commissionata da Carlo Emanuele III a Venezia per le feste
sul Po. Da questo piccolo Bucintoro, splendidamente ornato di statue e
rilievi dorati (opera di Matteo Calderoni), Vittorio Amedeo III scivolò in
acqua da bambino e per poco non annegò. Con i suoi 16 metri di
lunghezza, è la maggiore tra le poche imbarcazioni sfuggite ali
distruzione, prodotte dall'arsenale veneziano in sette secoli di attività.
5
La sala delle feste si ottenne saldando insieme la camera di parata della
duchessa Giovanna Battista e la sala dei "Valet a pie". Notevoli gli
affreschi di Pompeo e Francesco Bianchi.
6
Ricoperta da una decorazione delicata e omogenea, la "Camera grande
del Circolo" è forse la più preziosa degli appartamenti del piano nobile.
Voluta così da Madama Cristina a metà Seicento, non fu mai più toccata.
Stupenda la volta a "Berceau" che illustra le quattro stagioni.
7
L'immenso salone verso il Po (14 metri per 40), ospita le collezioni
medioevali del Museo Civico di Arte Antica. Nelle sale adiacenti si
ammirano gli stalli scolpiti provenienti dall'Abbazia di Staffarda e gli
incredibili rilievi marmorei del monumento fùnebre di Gaston de Foix,
opera di Agostino Busti detto il Bambaia.
8
Tra i pezzi più preziosi del Lapidarium del Museo Civico, alcuni capitelli
figurati del XII secolo provenienti dal chiostro di St. Orso ad Aosta.
9
II sottotetto, illuminato dalle merlature del castello medioevale, ospita le
collezioni di arte suntuaria provenienti dalle residenze sabaude,
soprattutto ceramiche e argenteria e da raccolte private.
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